martedì 23 febbraio 2016

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domenica 21 febbraio 2016

Recensione "La donna dal taccuino rosso" di Antoine Laurain




Titolo: La donna dal taccuino rosso
Autore: Antoine Laurain
Editore: Einaudi
Pagine164
Prezzo: 14.45
Genere: Narrativa
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TRAMA:
Una molletta per capelli, una boccetta di profumo Habanita, qualche vecchia fotografia, una bottiglia di Evian da mezzo litro, un fermaglio con un fiore di stoffa azzurro, una penna a sfera Montblanc nera, un paio di dadi rossi, tre sassolini sicuramente raccolti in luoghi significativi, un romanzo di Patrick Modiano con dedica, un portachiavi dorato con incisi alcuni geroglifici, un accendino, una ricetta delle animelle di vitello strappata da una rivista femminile, un burrocacao, una bustina di Efferalgan, un taccuino rosso con annotata una lunga lista di "Ho paura..." e una di "Mi piace..." Ecco cosa può esserci nella borsa di una donna, ed ecco cosa c'è in quella color malva che, un mattino, il libraio Laurent trova abbandonata su un marciapiede nelle strade di Parigi. La proprietaria, aggredita e rapinata da un ladro la notte precedente, si è rifugiata in un albergo poco distante. Prende una camera e si addormenta, convinta di non aver bisogno di cure. Il giorno successivo, però, il concierge la trova in coma e chiama subito i soccorsi. Contemporaneamente, Laurent comincia a sfogliare il taccuino della donna misteriosa. Rimane affascinato dai suoi pensieri, si perde fra annotazioni, sogni e ricordi. Gli sembra una pazzia, ma decide di cercarla. Da dove cominciare, però? L'unico indizio a sua disposizione è la dedica di Modiano, un vago "A Laure, in ricordo del nostro incontro sotto la pioggia" scarabocchiato sul frontespizio.

RECENSIONE:
Qualcuno la chiamerebbe violazione della privacy, qualcun'altro curiosità, qualcun altro passatempo. Io la chiamerei "rispetto egoistico". Ma per capire di cosa sto parlando è meglio addentrarci nel libro. Come annuncia la trama, un libraio parigino (Laurent) trova per strada una borsa piena di oggetti personali, esclusi i documenti che farebbero risalire direttamente alla proprietaria. Dopo aver tentato la strada più facile senza immediato successo, ovvero consegnarla alla polizia, prova a risolvere il mistero da solo. Esamina così ogni oggetto al suo interno mettendo a repentaglio la sua attuale relazione affettiva, rendendo maggiormente stimolante il rapporto con sua figlia e addentrandosi sempre di più nella vita privata di questa sconosciuta.

"Fino al giorno in cui senti, prima confusamente, poi in modo sempre più chiaro, che l'uomo che stai diventando è l'esatto contrario di ciò che sei davvero. Dapprima questa dissonanza la vivi come un gran peso - in principio i soldi che guadagni sono una compensazione, poi questo non basta più. Il divario ideale-reale è troppo grande. Al peso segue l'angoscia, all'angoscia l'intollerabile idea che ti stai rovinando la vita - o addirittura che l'hai già fatto."

Dovrà interpretare geroglifici, interrogare uno scrittore famoso, spacciarsi per una persona che non è e occuparsi dell'alimentazione di un animale non suo e molte altre cose...
Tutto questo per cosa?? E' una domanda che Laurent si fa molte volte e a cui molte volte non riesce a darsi risposta. Mentre Laure, la proprietaria della borsa in coma in ospedale, non ha la minima idea di quello che l'aspetta al suo risveglio. Durante "l'indagine" di Laurent i tasselli del puzzle si congiungono e le risposte arrivano, insieme a sentimenti inaspettati e a nuove consapevolezze. 
Fresco, misterioso, ironico, scorre velocemente anche se, a causa dei dialoghi non segnalati dalla solita punteggiatura, a volte risulta poco chiaro. 


"...Portavano la data e l'ora esatta in cui mi trovavo lì. Credo che incollassi quegli elementi come "prove". Dovevano aiutarmi a situarmi nel mondo e più in generale a dimostrarmi che esistevo. Evidentemente in giorno non ne ho avuto più bisogno, dato che il diario si è interrotto e ho smesso di raccontare la mia vita - ho solo tentato di viverla."

MIA OPINIONE:
Questo libro mi ha fatto riflettere, come Laurent, sul perchè della sua indagine. O meglio, sulla domanda che la gente gli avrebbe potuto fare sul perchè della sua indagine. Mi sono chiesta: ma davvero è così strano? Davvero una persona che dedica parte del suo tempo e risorse per aiutare un'altra persona dev'essere interrogata ed etichettata, al posto di venire elogiata per il suo gesto ammirabile? E' questo che vi ho accennato prima. E' vero, a volte Laurent ha superato alcuni limiti, per varie motivazioni, ma se fatto in buona fede non vedo che male ci sia. 

VOTO:

martedì 16 febbraio 2016

Recensione "Parigi è sempre una buona idea" di Nicolas Barreau


Titolo: Parigi è sempre una buona idea
Autore: Nicolas Barreau
Editore: Feltrinelli
Pagine
264
Prezzo: 15.00
Genere: Narrativa
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TRAMA:
Talentuosa illustratrice, Rosalie è famosa per i biglietti d'auguri personalizzati che realizza a mano. Ed è un'accanita sostenitrice dei rituali: il café crème la mattina, una fetta di tarte au citron nelle giornate storte, un buon bicchiere di vino rosso dopo la chiusura della papeterie. I rituali aiutano a fare ordine nel caos della vita, ed è per questo che ogni anno, per il suo compleanno, Rosalie fa sempre la stessa cosa: sale i 704 gradini della Tour Eiffel fino al secondo piano e, con il cuore in gola, lancia in aria un biglietto su cui ha scritto un desiderio. Ma finora nessuno è mai stato esaudito. Tutto cambia il giorno in cui un anziano signore entra come un ciclone nella papeterie. Si tratta del famoso scrittore per bambini Max Marchais, che le chiede di illustrare il suo nuovo libro. Rosalie accetta felice e ben presto i due diventano amici, La tigre azzurra ottiene premi e riconoscimenti e si aggiudica il posto d'onore in vetrina. Quando, poco tempo dopo, un affascinante professore americano, attratto dal libro, entra in negozio, Rosalie pensa che il destino stia per farle un altro regalo. Ma prima ancora che si possa innamorare, ha un'amara sorpresa. Perché l'uomo è fermamente convinto che la storia della Tigre azzurra sia sua...


RECENSIONE:
Cosa viene in mente se dico: Parigi? Atmosfera romantica e rilassante; viuzze strette, ricche di botteghe e negozietti curiosi... E' proprio in uno di essi "Luna Luna" che si svolge gran parte della vicenda narrata in questo libro. Luna Luna è una papeterie, ovvero una cartoleria che permette a Rosalie, protagonista della storia, di dare libero sfogo alla sua creatività e al suo talento come pittrice dipingendo biglietti di auguri e dei desideri, proprio come quelli che ad ogni compleanno lancia dalla Tour Eiffel e che mai si avverano. 

"E' magnifico!" gridò. "Dall'alto è tutto diverso." "Ogni tanto è bene guardare le cose nel loro insieme, " disse la tigre azzurra. "E per farlo bisogna osservarle dall'alto, oppure da lontano. Solo in questo modo si capisce che tutto è collegato"

Rosalie condivide il suo tempo con il cane e il suo fidanzato e la sera affida i suoi pensieri ad un taccuino in cui scrive la cosa più bella e più brutta successe nella giornata. Solo un giorno non avrà nulla da scrivere, o meglio, non riuscirà a trovare il tempo per farlo! Tra una consegna e l'altra, i lavori di Rosalie si fanno riconoscere e presto il suo talento viene notato da un editore che dopo aver spinto uno dei suoi scrittori di maggior successo ad inventare una nuova storia, gli propone questa ragazza per illustrare il suo libro.
Max Marchais e Rosalie grazie a questo progetto diventano amici, oltre che colleghi ma si troveranno ad affrontare alcune problematiche legate al frutto dei loro sforzi "La Tigre azzurra": storia scritta da Max Marchais, illustrata da Rosalie ma che a quanto pare ha qualcosa a che fare con un americano che entrambi non conoscono.

"Parigi è sempre una buona idea, aveva detto sua madre. Non importa se sei felice o triste, non importa se sei innamorato o no. Anzi, quando sei triste o non sei innamorato, Parigi è addirittura un'ottima idea."

 Robert, l'americano spocchioso, stupito di aver trovato pubblicata una storia che sua madre gli narrava da piccolo, si indispettisce e accusa Rosalie e Max di avergli rubato la storia.
Rosalie non accetta una simile accusa ma più l'americano entra nei dettagli più si capisce che qualcosa non quadra e vuole andare a fondo della questione. In questo viene aiutata da Robert che, ovviamente, approfitta del tempo a disposizione a Parigi per capirci qualcosa di più. 
Dopo varie ricerche, cadute, nascondigli, sguardi e confronti un'ipotetica soluzione inizia a delinearsi, ma è solo alla fine che si riescono a collegare tutti i tasselli e a quel punto si capisce perchè Parigi è sempre una buona idea!

""Si dice", iniziò lo scrittore, "che qualunque vicenda della vita, per quanto irrilevante, racchiuda in sè ogni cosa, quello che ci siamo lasciati alle spalle e quello che abbiamo ancora davanti. Perciò se mi chiedete che cosa è successo, vi rispondo: tutto, e niente.""

MIA OPINIONE:
Libro scorrevole, ironico, divertente. E' stata una piacevole lettura che normalmente si potrebbe terminare in 4-5 giorni. Io per vari motivi l'ho dilungata un pò di più ma è stato piacevole ritornare ogni volta, anche per poco, in quella cartoleria, in quella città. Lo consiglio a chi non crede alle coincidenze, o meglio a chi crede che a tutto ci sia una spiegazione. Il perchè lo scoprirete solo alla fine!

VOTO